Da una joint venture tra la Dreamworks e la Aardman spira un vento di
novità nel panorama sempre più ingombrante del cinema d’animazione, con una
storia marcata da uno humour
tipicamente britannico ma comunque capace di veicolare con grande efficacia
tematiche altamente educative, come la differenza tra classi e la paura del
diverso. Ma veniamo alla storia:
nel distinto quartiere di Kensington, a Londra, l’elegante topo Roddy conduce
una vita spensierata e raffinata, seppure un po’ solitaria. Roddy è in
fibrillante attesa che i suoi padroni umani vadano in vacanza per godersi al
meglio ogni confort che la sua splendida casa ha da offrire, finché un
grossolano ratto s’intrufola improvvisamente nella sua lussuosa magione e
s’impadronisce subito del campo. Così, nel tentativo di difendersi
dall’intrusione del rozzo collega dei bassifondi, il buon Roddy finisce vittima
della trappola da lui stesso ideata e si ritrova appunto… giù per il tubo, nell’oscura ragnatela
delle fetide fogne londinesi, proprio dove intendeva rimandare il suo
ingombrante ospite. Nei sotterranei fognari il nostro altoborghese eroe troverà
un mondo topesco che si chiama, con logica impeccabile, Rattopolis, dove
troverà modo di farsi coinvolgere con la criminalità locale, ai comandi di uno
spietato ranocchio. Per tornare nel bozzolo dorato e rassicurante della sua
amata casa, Roddy troverà l’aiuto di Rita, un’avvenente e tostissima topina che
dispone di un battello fognario: il tortuoso ritorno verso Kensington, ça va
sans dire, consentirà a Roddy di riflettere sui valori familiari di un topo
e sulla vacuità della sua vecchia vita, agiata quanto solitaria. A complicare
la già ardua fuga dalla fogna dei due protagonisti provvederà l’assortita e
squinternata banda di rattogangsters dell’anfibio cattivo della situazione, che
peraltro mira a sovvertire l’ordine sociale mattesco sommergendo Rattopolis con
tutti i suoi abitanti. E Roddy dovrà decidere se fuggire o fare la cosa giusta.
Sul fronte dell’animazione Giù per il tubo fonde la tecnica della
plastilina, già portata all’Oscar di settore dal duo Wallace
& Gromit, con la computer graphic, ottenendo un’immagine più fluida e
naturale, soprattutto nelle sequenze più concitate e spettacolari. Insomma, un cartoon divertente, ironico e ricco di
ritmo, che riuscirà gradevole ad adulti e bambini. Da segnalare il ripetuto sketch
delle lumache terrorizzate, davvero esilarante, e una breve ma succosa
citazione di Alla
ricerca di Nemo. Da vedere.
Giù per il tubo - Flushed away, regia di David Bowers e Sam Fell; animazione; Gran Bret./U.S.A.; 2006; C.; dur. 1h e 36’
Voto
7+
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