Charlotte Gray
Regia di Gillian Armstrong
Cast: Cate Blanchett, Billy Crudrup, Michael Gambon, Rupert Penry-Jones, James Fleet; sentimentale; Gran Bret./Austral.; 2001; C.
Guerra, amore e gente comune
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Gillian
Armstrong, già apprezzata autrice di Oscar e Lucinda, è tornata dietro
la macchina da presa per diregere Charlotte Gray,
basato sul romanzo Birdsong di Sebastian Faulks, ritrovando
nell’occasione la sua protagonista di un tempo, Cate Blanchett, ormai presenza
stabile di Hollywood e dintorni – solo in questa stagione ha girato Bandits di Barry
Levinson e la prima parte de Il signore degli anelli
di Peter Jackson –. Nel corso del secondo conflitto mondiale Charlotte
Gray, giovane donna scozzese, vive un’intensa storia d’amore con l’ufficiale
della Raf Peter Gregory: poiché parla perfettamente il francese, Charlotte è
reclutata dal governo britannico in un corpo speciale creato per addestrare
spie da infiltrare dietro le linee nemiche. Quando apprende la triste notizia
che l’aereo del suo amante è precipitato nella Francia occupata, la
protagonista si offre volontaria per una missione in terra d’Oltralpe,
intimamente convinta di ritrovare il suo aviatore, ormai dato per disperso.
Paracadutata in Francia, Charlotte Gray,
opportunamente ‘mimetizzata’ per sembrare una civile francese, prenderà
contatto con la Resistenza locale, coordinata dall’intellettuale comunista
Julien Levade: progressivamente, mentre le speranze di ritrovare il suo amante
vivo vanno diradandosi all’orizzonte, tra Charlotte ed il giovane partigiano
verrà a stabilirsi una relazione basata su rispetto e solidarietà reciproca.
Nonostante l’ambientazione bellica, Charlotte Gray è principalmente un film di
carattere sentimentale dai risvolti drammatici: in primo piano resta sempre
la guerra vista dalla particolare prospettiva di una donna innamorata che,
giorno dopo giorno, deve venire a patti con la propria impotenza davanti
all’implacabilità delle liste di proscrizione antisioniste (che non risparmiano
neppure i bambini) o alla perversa logica doppiogiochista dello spionaggio
britannico, pronto a sacrificare senza esitazioni i partigiani politicamente
non in linea con Londra. Un film interessante, Charlotte Gray, soprattutto
per il racconto, spesso realistico, di miserie e vergogne, di timori e speranze
della gente comune in tempo di guerra, periodo in cui i valori umani sono
irrimediabilmente azzerati in nome della violenza e della sopraffazione
gratuita. L’obiettivo di Gillian Armstrong è sempre pronto a cogliere questo
intricato e disperato mosaico umano allo sbando, con una narrazione dilatata in
ampi spazi rurali e riducendo al minimo l’azione e gli effetti speciali. In
tale contesto la protagonista – spia ai primi passi e dall’errore facile –
costituisce un esile raggio di luce nelle tenebre della Shoah: Charlotte Gray,
pur riconoscendosi impotente davanti agli eventi, riuscirà comunque a fare la
cosa giusta, alleviando il dolore dei suoi protetti con un inganno a fin di
bene. Nonostante il lento incedere dalla narrazione ed il forte afflato
romanzesco, siamo agli antipodi rispetto a facili kolossals bellici come
Pearl Harbor,
e dunque non risulta stonato neppure l’immancabile happy ending di marca
sentimentale.
Charlotte Gray, regia di Gillian Armstrong, con Cate Blanchett, Billy Crudrup, Michael Gambon, Rupert Penry-Jones, James Fleet; sentimentale; Gran Bret./Austral.; 2001; C.; dur. 2h e 1'
Voto
7+
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