Se la Fontana di Trevi è servita a Federico Fellini ad incastonare la bella Anita Eckberg nella Dolce Vita, da sfondo di celluloide diventa ora proscenio di ricchi eventi. Nelle stanze dello splendido palazzo che la sostiene, sede dell’Istituto Nazionale per la Grafica, sono in corso due mostre, la prima delle quali vede esposta l’opera incisoria di David Hockney.
La produzione grafica apre nuovi spiragli su un artista noto al grande pubblico per la sua opera pittorica come precursore della Pop Art.
Nella serie A Rake’s Progress l’artista inglese, vissuto in America
a partire dai primi anni Sessanta, ci racconta attraverso una serie di acqueforti, il suo primo arrivo in quella terra.
Lo sguardo del giovane britannico (poco più che ventenne) riesce a cogliere alcune peculiarità del paese straniero con acume e forte sense of humor, restituendone un’immagine fresca al disincantato spettatore europeo.
Attraverso un segno grafico svelto e sensibile alla vita (Illustrazioni per sei favole dei fratelli Grimm, per i poemi del greco Kavafis, per The blue Guitar di Wallace Stevens).
L’altra rassegna presenta un’ampia retrospettiva su Luigi Ghirri , uno dei maestri riconosciuti della fotografia contemporanea. A partire dai primi anni Sessanta entra in contatto con gli artisti concettuali modenesi e da quelle prime esperienze concepisce la fotografia come atto mentale, come esperienza conoscitiva.
Le sue immagini così essenziali, dai delicati toni pastello, si alleggeriscono e danno della realtà nuovi significati. Ghirri riesce a trasformare la realtà attraverso l’inquadratura e il taglio, perché: “ho cercato nel gesto del guardare il primo passo per cercare di comprendere”.
Voto
7+
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