Trent'anni: tanti o pochi? Quel 1969 in cui l'uomo arrivò sulla Luna e a Milano scoppiò la bomba in Piazza Fontana, sembra ieri o è distante un'eternità? Di certo, basta ripercorrere all'indietro la collezione di Alan Ford per rivivere passo dopo passo tutti i mutamenti politici, storici e culturali che ci separano da quei giorni: probabilmente più di ogni altra pubblicazione a fumetti, la serie scritta da Max Bunker ha saputo prendere spunto dalla realtà sublimandola in forma di satira, registrando e dunque archiviando puntualmente tutti i fermenti della nostra società. Una satira, quella bunkeriana, del tutto sui generis e di taglio originale e particolarissimo, legata a doppio filo con la personalità dell'autore, figura certamente geniale (e pertanto singolare e bizzarra) nel panorama fumettistico italiano.
I festeggiamenti del trentennale erano del resto già cominciati nel maggio scorso, quando nel corso di Expocartoon, a Roma, è stato presentato il volume (edito da Paolo Ferriani) "Alan Ford Index", opera di chi scrive e di Francesco Manetti. In quel libro, ogni singolo albo, speciale e supplemento della collana è stato analizzato e sviscerato, mettendone in luce le note salienti e, appunto, gli agganci con la realtà storica, sociale e culturale degli ultimi trent'anni di storia, nazionale e internazionale. Fra l'altro, l'analisi attenta degli episodi è servita anche a compiere alcune singolari scoperte. Per esempio, che fra gli inchiostratori di Alan, tra il n° 198 e il n° 208, ci sono stati (non accreditati), Luigi Siniscalchi e Roberto De Angelis, oggi in forza alla Sergio Bonelli Editore. A pagina 52 del n° 206, per esempio, vediamo addirittura Giuliano Piccininno, il disegnatore dell'albo, incitare il suo giovane aiutante Siniscalchi perché si sbrighi visto che la data di consegna incombe.
Qual è lo stato di salute in cui Alan Ford giunge al suo trentesimo anno di vita? Difficile rispondere con una battuta. La risposta dovrebbe tener conto di troppi fattori per poter essere esaustiva. Per esempio manca un riscontro dei dati di vendita, da valutare comunque nel contesto di un trend assolutamente negativo per tutte le pubblicazioni a fumetti, una situazione che penalizza soprattutto i piccoli editori (pur non risparmiando affatto quelli più grandi).
Dal punto di vista della continuità nell'aderenza alle cronache politiche, sociali e di costume, Max Bunker non ha perso il suo smalto e la voglia di graffiare. Talvolta ci riesce con la zampata di un tempo. Un numero abbastanza recente come quello intitolato "Il pentito" (Novembre 1996), per esempio, è paradigmatico. La satira bunkeriana si riallaccia ancora una volta all'attualità, prendendo di mira i benefici per i mafiosi pentiti previsti dalla legge italiana, criticati da più parti nei mesi precedenti all'uscita dell'albo visto il proliferare dei pentimenti, molti dei quali assai dubbi. "Sei un criminale? Hai commesso reati? - dice un manifesto affisso sui muri - Pèntiti e godrai del programma assistenza pentìti!". Che comprende un alloggio di lusso, cibo e bevande a volontà, spiccioli per le spese e sesso gratuito tre volte a settimana.
Voto
7½
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