partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


Niccolò Falchini
Le nubi volano basse
John Ajvide Lindqvist
Una piccola stella
Massimo Gramellini
Fai bei sogni
Joe R. Lansdale
Cielo di sabbia
Antonio Tabucchi
Tristano muore
Christopher Wilson
Il vangelo della scimmia
Simonetta Agnello Hornby
La monaca
Rosario Palazzolo
Concetto al buio
Michele Cecchini
dall’aprile a shantih
Fabrizio e Nicola Valsecchi
Giorni di neve, giorni di sole

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  19/04/2025 - 12:14

 

  home>libri > narrativa

Scanner - libri
 


Giorgio Van Straten
Il mio nome a memoria
Milano, Mondadori, 2000; pp. 299

 




                     di Paolo Boschi


«Incurvato dal vento che cresceva e forse avrebbe diradato la nebbia in quella mattina del 16 dicembre 1811, Hartog Alexander per la prima e l'ultima volta nella sua vita cercò di levarsi più in alto della sua pipa e dei suoi cetrioli, provò a leggere il futuro della sua stirpe, delle generazioni che lo avrebbero seguito e che lui, come Dio, stava per chiamare per nome».

Hartog è un ebreo di Rotterdam, piccolo di statura, di professione venditore di cetrioli: un editto napoleonico esige dagli ebrei olandesi, come lui, di scegliere un nome per la propria famiglia. Una responsabilità che lo costringe a pensare in prospettiva e ad abbracciare per un attimo, soltanto un attimo, il destino della sua stirpe: e la sua scelta cade su Van Straten, il nome dell'autore del romanzo (inizialmente Straaten, con due “a”), dal villaggio da cui Hartog proveniva, equivalente in olandese a 'strade', parola che pare precorrere il destino itinerante della sua famiglia nel mondo. Ed infatti di qui in avanti assisteremo ad un continuo passaggio tra presente e passato, e conosceremo in questo viaggio i volti di alcuni dei protagonisti di una saga familiare che deve il suo nome alla scelta illuminata di un venditore di cetrioli di Rotterdam. Anche per tale motivo la soglia esterna de Il mio nome a memoria è costituita dall'albero genealogico della famiglia di Giorgio Van Straten, dal capostite Hartog Alexander fino ai giorni nostri: lo scrittore fiorentino ha percorso a ritroso il viaggio del suo nome ricostruendo i personaggi di famiglia, talora attingendo a documenti o a fotografie stinte dal tempo, altre volte ricorrendo alla sua immaginazione, ma in modo calcolato, sempre con l'atteggiamento di un restauratore letterario, non di quadri ma di biografie. Van Straten sceglie di raccontarci una storia, un particolare, una digressione, se la storia è degna di essere conosciuta, o se c’è materia per costruirla, altrimenti, è lui stesso a dircelo, è meglio stendervi sopra una mano uniforme di intonaco bianco. Questo romanzo prende avvio da Rotterdam e procede per sbalzi preordinati da una logica interna alla memoria dell'autore, che sta appunto ricostruendo un mosaico di vite e deve scegliere di volta in volta quale tessera raccontare al lettore. E' un percorso che intreccia di continuo i nodi del passato a quelli del presente: tra San Francisco e un viaggio in nave dalla Lettonia a Londra, tra Ginevra e Napoli, tra San Paolo e Rouen, con il costante collante di Firenze e dell'autore a coordinare personaggi e storie con un nome in comune. Destini e strade incrociate da rapportare sempre a se stesso, l'involontario punto d'arrivo della catena di quel nome solo per un attimo abbracciata da quell'ordinario capostite, quasi due secoli prima.

Giorgio Van Straten, Il mio nome a memoria, Milano, Mondadori, 2000; pp. 299

Voto 7+ 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner