In una società come quella italiana, gravata dall'annoso problema della crescita zero, un paese che inesorabilmente invecchia, Francesco Piccolo, già autore di Storie di primogeniti e figli unici e Se c'ero, dormivo (editi entrambi da Feltrinelli), ha ben pensato di scrivere Il tempo imperfetto, un racconto lungo (o romanzo breve che dir si voglia) di carattere felicemente surreale, dove il problema viene risolto con un bello sforzo di immaginazione. Accade infatti, nell'ipotetico ed indefinito futuro del libro di Piccolo, che i progressi della genetica abbiano trovato il modo di invertire l'orologio biologico degli esseri umani al momento della nascita: invece di bambini urlanti al termine di una procedura misteriosa, della durata di tre giorni (quasi una citazione evangelica indiretta), dagli ovuli fecondati delle madri nascono vecchi decrepiti, privi di forze e decisamente turbati dai moti d'entusiasmo dei giovani genitori intorno a loro. Dopo averci introdotto in questo scenario fantasioso (fantascientifico per certi versi) di una realtà alternativa (o possibile, chissà), Francesco Piccolo comincia ad alternarsi dal generale al particolare, scendendo nel dettaglio di una "giovane" coppia del nuovo ordine: Teresa e Carlo, due anziani-bambini che ringiovaniscono insieme, passano prima dall'affetto, poi conoscono lo stupore del desiderio, quindi arrivano al momento della passione erotica ed infine, al termine di una spensierata giovinezza (corrispondente ad una terza età, ovviamente, capovolta), assistono al miracolo del corpo che torna piccolo. Sulla carta sembrerebbe una società perfetta, ma si avverte che qualcosa non funziona con lo scorrere delle pagine: i giovani che si godono la meritata pensione al meglio delle proprie possibilità psico-fisiche, gli adulti che non sono oppressi dal problema della disoccupazione, gli anziani per natura portati alla contemplazione, allo studio ed alla lettura, insomma tutti i risvolti in positivo della cronologia umana invertita non sembrano riuscire comunque a pareggiare il conto con le anomalie che vengono a provocarsi. Nulla toglie però che l'ipotesi alla base de Il tempo imperfetto sia condotta in modo ineccepibile sul versante narrativo, in una storia dove tutte le incongruenze "naturali" che si originano da un sistema simile sono raccontate da Piccolo con brio misto a meraviglia ed ingenuità. Un romanzo visionario e surreale.Francesco Piccolo, Il tempo imperfetto, Milano, Feltrinelli, 2000; pp. 100
Voto
7
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