State of Play
Regia di Kevin Macdonald
Cast: Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams, Jason Bateman, Robin Wright Penn, Jeff Daniels, Helen Mirren, Viola Davis; thriller; U.S.A.; 2009; C.
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Ambientato
ai giorni nostri, a Washington D.C., State of Play
costituisce il primo esempio di thriller politico sfornato da Hollywood nell’era
Obama. La carriera di Stephen
Collins, avvenente quanto incorruttibile membro del congresso degli Stati
Uniti, è decisamente in ascesa libera:
presidente d’un comitato che ha la responsabilità di
supervisionare le spese della difesa americana, il giovane politico è il
candidato più accreditato per rappresentare il proprio partito
nell’imminente corsa alla Casa Bianca. Capita però
all’improvviso che Sonia Baker, la bella assistente
(nonché amante segreta) di Collins, venga uccisa in modo brutale ed
enigmatico (anche il suicidio figura nel novero delle ipotesi). A rimestare nel
torbido per scoprirne i colpevoli proverà un cronista di nera del
“Washington Globe”, Call
McCaffrey, già amico di lungo corso di Collins: nonostante
inizialmente non abbia neppure intenzione d’interessarsi a questo caso,
decide di farlo quando scopre una connessione durante
le ricerche per un altro omicidio di cui si sta occupando, apparentemente senza
alcun punto di contatto con la tragica scomparsa di Sonia Baker. Affiancato
nelle indagini dalla collega Della, una
blogger del “Globe” che ha la metà
dei suoi anni, McCaffrey riesce a portare alla luce una catena di verità
(opportunamente insabbiate) e di responsabilità che rischiano di mettere
in crisi i massimi vertici dello stato. Questo pimpante thriller giornalistico d’inchiesta – dotato di un ritmo
in crescendo pari al notevole Fino a prova contraria
di (e con) Clint Eastwood
– è tutto affidato alla capaci spalle di
un imbolsito Russell
Crowe, che regala integrità e cuore al suo protagonista, un
giornalista vecchio stampo con una dimessa esistenza da lupo solitario ed una
Saab scassato e vecchissima, uno che non sopporta le chiacchiere né i
blog, ma disposto a consumarsi le scarpe per ascoltare una fonte e ricostruire
la verità. Paradossalmente le circostanze lo costringeranno a far causa
comune con una giornalista stile terzo millennio giornalisticamente agli
antipodi rispetto a lui, abile nell’utilizzare le tecnologie più
moderne ma poco propensa a sporcarsi le mani con il lavoro sul campo: i due
colleghi esemplificano dunque il contrasto tra il giornalismo del passato
recente e quello del momento, con la complicità della cinica
direttrice del “Globe” (una bravissima
Helen Mirren) che
la nuova proprietà del giornale ha messo alle corde in fatto di vendite
– spesso inversamente proporzionali alla qualità ed
all’integrità degli articoli pubblicati –. Basato
sull’omonima miniserie trasmessa nel 2003 dalla BBC, State of Play è un thriller ricco di suspense e dotato di una sceneggiatura briosa ed intelligente che
anche Alfred Hitchcock avrebbe apprezzato per la sua capacità di tener
desta l’attenzione del pubblico nonostante la progressiva complicazione
del mosaico narrativo, che non smetterà di stupirci con i suoi sviluppi
fino all’ultima sequenza, ça
va sans dire. State of Play
ci consegna una condivisibile morale: quando (troppo) denaro entra in gioco,
non c’è codice etico che tenga, tanto che
l’integrità, l’amore e la vita di chiunque sono sempre in
pericolo. Dirige con brio il notevole cast il talentuoso regista de L'ultimo re di Scozia. Da segnalare anche i curiosi titoli di coda in cui potremo seguire l'itinerario del giornale dalla composizione alla distribuzione passando attraverso le varie fasi di stampa. Etico, avvincente, intrigante: da non perdere.
State of Play, regia di Kevin Macdonald, con Russell Crowe, Ben Affleck, Rachel McAdams, Jason Bateman, Robin Wright Penn, Jeff Daniels, Helen Mirren, Viola Davis, Katy Mixon, Maria Thayer; thriller; U.S.A.; 2009; C.; dur. 2h e 5’
Voto
8
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