Una brutta giornata può capitare anche ad un talentuoso chitarrista punk rock in crisi d’identità, un ex enfant prodige che ha lasciato il suo ruolo predestinato di rampollo di una famiglia agiata per mettersi in gioco nel milieu musicale della capitale, ritrovandosi alla bella età di trentasei anni a suonare con dei giovani invasati che si buttano dal palco confidando nel sostegno del pubblico, magari per poi rompersi un braccio perché gli spettatori si tirano indietro. È proprio così che lo spettacolo di Stefano Nardini finisce prima del previsto, riportandolo a casa giusto in tempo per scoprire che la compagna lo tradisce, e per giunta con un altro chitarrista. È quanto basta per mettere insieme le proprie cose e riprendere mestamente la strada di casa, a Rimini, per ritrovare una famiglia che il protagonista non riconosce più: il padre ha avuto un infarto e si dedica soltanto al golf, il corpulento fratello, che si sta separando dalla moglie, ha rilevato il genitore con scarso successo nell’impresa di famiglia di ciligie sotto spirito, ipotecando tutto per far fronte ai debiti, la sorella ha abbandonato l’università a un passo dalla laurea per dedicarsi agli amati delfini,mentre la madre è sempre più scollegata dal mondo e persa nei suoi corsi d’autostima. Il povero Stefano, che di sicurezze nella vita non ne ha molte già per conto suo, comincia a dedicarsi con impegno sorprendente ai propri dissestati familiari, finendo perfino per scoprire una verità anagrafica assai scomoda di cui avrebbe volentieri fatto a meno. Tra una sorpresa e l’altra, il protagonista imparerà ad occuparsi di se stesso e ritroverà gli affetti familiari interrotti, scoprendo nel contempo che spesso le cose si mettono magicamente a posto da sole. Non pensarci è una commedia ambientata in un contesto di provincia malinconicamente uguale a se stessa che stupisce per il realismo che traspare dal coro dei personaggi, tutti in parte e tutti sorprendentemente veri: Zanasi ha realizzato un delizioso piccolo film in cui tutto quasi per magia finisce per andare nel migliore dei modi, regalando sprazzi di surrealismo e di poesia che il collega Soldini certamente apprezzerebbe. In più c’è uno strepitoso Valerio Mastandrea, sempre più bravo e sempre più vero. Da non perdere.

Voto 7/8