Il thriller di solito è un genere a scatola chiusa: un mistero da risolvere, suspense ed un detective che tenta di trovare il bandolo della matassa. La maschera di scimmia di Samantha Lang ne scardina la gran parte dei capisaldi: una protagonista femminile, per cominciare, e per giunta lesbica, un omicidio a sfondo letterario (già visto) e sessuale al tempo stesso, basso ritmo e profondità introspettiva in agguato. Il film prende avvio dalla scomparsa di Mickey, una ragazzina di Sidney dalla vita (apparentemente) normale e con una grande passione per la poesia. Per ritrovarla la famiglia incarica una private eye ventottenne, Jill Fitzpatrick: mascolina, piccola, capelli rossi e corti, lesbica dichiarata, una bellezza non appariscente che si autodefinisce "tutta muscoli, scafata, nessuna istruzione", dunque una detective in piena regola. Nel corso delle indagini resta invischiata dall'ambiguo fascino di Diana, professoressa di Mickey, che è sposata con un avvocato belloccio e più giovane di lei ma non disdegna le avventure omosessuali (magari per un possibile ménage à trois): per la giovane investigatrice la sbandata è totale, le indagini cadono nel dimenticatoio mentre si moltiplicano gli incontri ad alta tensione erotica con la matura amante. Finché Mickey viene ritrovata cadavere ed il rapporto di Jill con l'intrigante e matronale professoressa comincia a sfaldarsi. La protagonista, oggetto di oscure minacce, non si fermerà davanti a nulla per chiudere il caso: ne verrà a capo rimestando nel torbido del contrastante milieu della poesia australiana, solo per scoprire che la soluzione era più vicina (ed amara) di quanto potesse immaginare. Di suspense il film offre percentuali minime, ma Samantha Lang, già autrice de Il pozzo (1997), sopperisce creando un efficace ed originale climax scandendo l'indagine (o la storia d'amore, chissà?) con i ripetuti versi erotici della giovane vittima e strutturando la storia in capitoli, come una sorta di itinerario poetico. Molto particolare è d'altra parte anche la fonte letteraria de La maschera di scimmia, ovvero l'omonimo romanzo in versi della scrittrice e poetessa australiana Dorothy Porter, probabilmente il primo tentativo di thriller lirico. La regia è puntuale e spiazzante, continuamente alternata tra lo sfondo urbano delle indagini e le scene di sesso esplicito tra le due protagoniste, agli antipodi per età, fisico, background culturale e, come scopriremo, anche sul versante simbolico. Un noir decisamente atipico che, nel complesso, funziona e seduce.
La maschera di scimmia - The Monkey's Mask, regia di Samantha Lang, con Susie Porter, Kelly McGillis, Abbie Cornish, Marton Csokas; thriller; Australia; 2000; C.; dur. 1h e 33'
Voto
7