Alla sua prima prova dietro alla macchina da presa, dopo aver collaborato con il
regista Wayne Wang per Smoke e Blue in the Face, lo scrittore Paul
Auster ci regala un film estremamente rarefatto ed evocativo, in cui più
che alla storia, sembra interessarsi alla creazione di queste atmosfere . Un sassofonista
jazz (Harvey
Keitel ) sta attraversando un periodo davvero difficile, dopo aver perso la
capacità di suonare, a causa di una sparatoria, in cui si è trovato coinvolto, nel
locale dove stava suonando. I suoi amici e perfino lex moglie cercano di prendersi
cura di lui, di farlo uscire da questa depressione, senza molto successo. Attraverso una
serie di coincidenze, ma quanto gioca il caso nella nostra vita è praticamente il tema
centrale del film, conosce ed inizia una relazione sentimentale con unaspirante
attrice (Mira
Sorvino), il tutto allombra di una pietra misteriosa, mezzo reperto
archeologico, mezzo oggetto magico. Manco a dirlo la loro non è una storia facile, lui è
troppo ossessivo nei confronti di lei, le incomprensioni e le disavventure non tardano ad
arrivare, può darsi che quella pietra non portasse poi così tanta fortuna. Le tematiche
sono quelle da sempre care allo scrittore: lindecidibilità dei fatti umani, il
mistero che circonda le nostre azioni e i nostri gesti quotidiani, forse il film risente
di questa eccessiva letterarietà. Fanno da contorno alla coppia di protagonisti, Williem
Defoe nei panni di un antropologo e Vanessa Redgrave in quelli di una regista.
Lulu on the bridge, regia di Paul Auster, con Harvey Keitel, Mira Sorvino, Vanessa Redgrave, Willem Dafoe; drammatico; Usa; 1998; C
Voto
6
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