A volte può essere labile il confine che divide la normalità dalla follia omicida: Harry, un amico vero ne è la dimostrazione assiomatica su celluloide. >Il film di Dominik Moll prende avvio in tono minore, a basso ritmo, con la partenza per le vacanze estive di Michel e Claire con figliolette al seguito. Il viaggio verso la casa di campagna è lungo ed afoso, le bambine stressanti: in una sosta fisiologica Michel ritrova per caso, alla toilette, un vecchio compagno di liceo, >Harold Ballesteros, Harry per gli amici, dimenticato insieme ai sogni adolescenziali. Non così per il buon Harry, ben deciso a rintrecciare il rapporto: con simpatica invadenza si autoinvita con l'ingenua fidanzata Prune nella casa di campagna della famigliola, un cantiere in progress con una sola stanza ultimata (un orribile bagno in tinta fucsia). A cena l'amico ritrovato stupisce la coppia citando a memoria una poesia ed un racconto di fantascienza scritti da Michel sul giornale del liceo vent'anni fa, rimproverandolo per non aver seguito la sua >vocazione letteraria. C'è qualcosa di strano che si avverte nell'aria: Harry è ricco (vive di rendita), gentile (quasi morboso), generoso (dona fuoristrada d'impulso), convinto che ogni problema abbia una soluzione. Purtroppo per lui è prioritario risolvere anche quelli di Michel, e tali problemi sono presenze umane: una moglie un po' oppressiva, figlie che richiedono troppe attenzioni, genitori iper-protettivi, un fratello insignificante ma irrispettoso. Dall'opprimente normalità all'abisso sanguinario >il film procede, come annunciato, con fare normale, sommerso, talvolta con conseguenze esilaranti: inoltre l'iter narrativo è palesato, senza stacchi, presentato in modo assolutamente consequenziale. E' per questo che >Harry, un amico vero, nonostante lo schema della commedia noir (anche truculenta) non sia una novità (da Cose molto cattive fino al recente >Un corpo da reato), spiazza in continuazione: Moll allestisce per noi situazioni d'hitcockiana memoria in cui l'amico 'normale' davanti alle esternazioni omicide dell'amico 'turbato' non sa come comportarsi, talvolta accenna perfino a partecipare come tacita ed occasionale comparsa. Una sorta de >Il viaggio di Felicia in versione meno psicologica e priva di flashbacks, soltanto simboli e situazioni simboliche: un pozzo da riempire di terriccio, sessioni di meditazione, uova post-orgasmiche, Michel suggestionato a riprendere il vecchio romanzo Le scimmie volanti (nell'orrido bagno di cui sopra). Una commedia apparentemente ordinaria che si lascia oscurare in modo impalpabile - ed insostenibile per l'effetto d'ilarità 'retroattiva' prodotta - verso tinte di marca noir più consone ad un thriller, atipico ovviamente, dato che la suspense è nulla, la normalità agghiacciante. Cast felicemente in parte: dall'assonnato Laurent Lucas all'ossimorico >Sergi Lopez, dalla bella Mathilde Seigner alla candida Sophie Gullemin. Consigliato per palati alternativi: in Francia il pubblico è stato al gioco tributando al >film un inaspettato successo, confermato da quattro premi César.
Harry, un amico vero - Harry, un ami qui vous veut du bien, regia di Dominik Moll, con Laurent Lucas, Sergi Lopez, Mathilde Seigner, Sophie Gullemin; commedia/thriller; Fran./Spa.; 2000; C.; dur. 1h e 57'
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