Si
può essere più scaramantici che con un titolo come Quando c’era Silvio, che
presuppone la sconfitta dell’attuale presidente del Consiglio alle imminenti
elezioni in programma il prossimo 9 aprile? Quel che è certo, in ogni caso, è
che questo documentario scritto a quattro mani dal direttore del settimanale “Diario” Enrico Deaglio con Beppe Cremagnani
per la regia di Ruben H. Oliva indigna non poco nella sua ricostruzione dei
controversi anni del fenomeno politico berlusconiano. Il film, il primo a
raccontare in modo esaustivo – ed anche piuttosto obiettivo e documentario –
l’avventura dell’uomo che più ha diviso gli italiani dal 1994 ad oggi, è stato
rifiutato dalla Rai e dunque è uscito direttamente in vendita in dvd, sia in
edicola che nelle librerie Feltrinelli
e nel circuito homevideo, e godrà anche di una limitata distribuzione in sala. Quando c’era Silvio prende avvio con
toni da fiaba: Lella Costa sta leggendo a nostro uso e consumo Le avventure di Pinocchio, e immediato
scatta il parallelo tra l’omino che guida i ragazzi svogliati (i futuri
ciuchini) nel paese dei Balocchi e l’Italia contemporanea. E comincia così la
storia personale di Silvio Berlusconi, l’ultimo grande ‘miracolo’ italiano del
Novecento con le sue luci e le sue ombre: la genesi oscura del suo patrimonio
finanziario, l’acquisto a prezzo scontatissimo della splendida villa di Arcore
con quadri di Tintoretto compresi, il segreto dei suoi capelli, una visita di
Gorbaciov a Berlusconi
imprenditore, la storia dello stalliere mafioso di Arcore, lo stravagante
enigma che nasconde il mausoleo privato edificato nel parco di Arcore quale
dimora eterna di Berlusconi e dei suoi fedeli – un progetto ispirato alla tomba
di Tutankamon su cui è già nata la leggenda metropolitana che i futuri ‘ospiti’
vi saranno ibernati –, lo sconcertante aumento patrimoniale di Berlusconi dopo
la discesa in campo in un periodo di forte recesso economico, lo scandaloso
editto bulgaro in cui Biagi, Santoro e Luttazzi furono ‘esiliati’ dalla TV
pubblica ed infine la vergognosa seduta del Parlamento di Strasburgo del 2
luglio 2003 in cui il premier italiano perse le staffe con il tedesco Martin
Schulz, che offese paragonando ad un kapò e lasciando tutti esterefatti – un
filmato inedito mai trasmesso dalla Rai che Deaglio ha ottenuto con la massima
facilità dal Parlamento Europeo –: venti minuti in cui il nostro premier si
profuse in un delirio d’onnipotenza e di cattivo gusto in grado di sommuovergli
in un coro unanime di fischi e d’indignazione eurodeputati non solo di sinistra
ma financo di centro e di destra. Un
agile documentario di un’ora e mezza che molto fa riflettere su un caso
inaudito, un vero e proprio monstrum antidemocratico che non ha eguali
nel mondo e per il quale tutto il mondo, parafrasando Machiavelli, si smascella
dalle risa…
Quando c'era Silvio, regia di Ruben H. Oliva; documentario; Italia; 2005; C.; dur. 1h e 30’
Voto
7½
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