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Regia di Andres Muschietti
Ispirato al libro di Stephen King
Cast: Ryan Skarsgård, Finn Wolfhard, Jaeden Lieberher, Nicholas Hamilton, Owen Teague, Sophia Lillis, Jackson Robert Scott, Megan Charpentier, Steven Williams, Chosen Jacobs, Wyatt Oleff, Jeremy Ray Taylor, Jack Grazer, Jake Sim, Logan Thompson. USA, 2017. Durata 135 min.
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Prima di tutto non si può cercare un paragone tra di libro di Stephen King e il film per innumerevoli ragioni, tra le quali sapere rendere immediato e profondo la scrittura del sommo cantore dell’orrore su carta. Andres Muschietti prova ad addentrarsi nella maglie kinghiane e lo fa con un copione che vuole rimanere in superficie, mettendo il gruppo dei perdenti in primo piano e il loro rapporto
con Pennywise, mentre la città di Derry con la sua storia pregna di malvagità, rimane sullo sfondo come altri
approfondimenti. Ovviamente Muschietti impronta la presenza del clown terrificante con parecchi inserti CGI che non alimentano la paura, inscenando perfette tavolozze ad effetto che il pubblico apprezza e accoglie con divertimento: vedi gli incassi al botteghino.
Il palloncino rosso che galleggia a mezz'aria è il biglietto da visita di una misteriosa entità demoniaca che tormenta i ragazzini di Derry, attirandoli in una trappola mortale senza vie di scampo. Nell'immaginaria cittadina del Maine dove la gente scompare senza motivo, l'ennesima vittima è un bambino di sette anni di nome George, risucchiato in un tombino durante un temporale. Un gruppo di ragazzini perseguitati dai bulli per diverse ragioni, si riunisce sotto la denominazione di Club dei Perdenti per indagare sul mistero della morte di George e degli altri ragazzi scomparsi. Leader dei Perdenti è il giovane Bill Denbrough, fratello maggiore dell'ultima vittima. Al suo fianco, ci sono il grassoccio Ben, l'impulsivo Richie, il pragmatico Stan, l'appassionato di storia Mike, l'ipocondriaco Eddie e l'unica ragazza della banda Beverly.
Se il cast è perfettamente in sintonia, è proprio la scansione
narrativa che latita, a causa di una costruzione dei personaggi monodimensionale e della pressoché assenza della paura, che non appare attraverso le immagini anestetizzate da un appiattimento visivo che rende
inerte la confezione della pellicola.
Voto
5
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