Un’osteria si specchia nell’arte. Non solo del vino. Da giugno a settembre, nell’oliveto di un’osteria di Querceta, si svolge infatti una particolarissima manifestazione culturale. Anomala anche nel titolo: "I dì protrar torpidi", che al di là del significato, adattissimo vista la stagione e il proclama di assoluta non seriosità, bifronte come il 2002. Come i rami in cui si snoda: l’arte (i goduriosi sensi del buon gusto) e l’editoria (scribi nell’orto degli ulivi). Parole e immagini da degustare lentamente, come la buona cucina, la musica, i sogni. "cibo lento", dunque, per nutrire corpo e spirito, con la pittura di immensi artisti. Da Tonino Guerra a Gabrio Ciampalini, da Giorgio Chiesi alla schiera di "Indiani" di supremi vignettisti, come Riccardo Mannelli e Lido Contemori) ed editori, scrittori, disegnatori che si chiamano Luigi Veronelli, Milo Manara, Giga Melik , Mauro Pagliai, Federico Maria Sardelli , e riviste da Grande Vetro, Erba d’Arno al Vernacoliere . un cartellone ricchissimo, da fare invidia a quelli istituzionali, realizzato "per scommessa" da un ristoratore con il pallino della bellezza: Nino Salvatori, patron della Osteria a’ Pagliai, dove assieme alla storia, tra gli ulivi pluricentenari, si respira l’aroma di sapori dimenticati e, forse, la poesia del vivere. Erano non quattro, ma tre amici: e neppure al bar, ma in piazza Santo Spirito a Firenze: un cultore della cucina, creativo, poeta ai fornelli quanto con l’obbiettivo (ha realizzato libri con il grande Ruggero Orlando, tra l’altro) nonché innamorato dell’arte quale Nino Salvatori. L’altro un produttore – disturbatore - provocatore artistico che risponde al nome di Paolo Marini, decenni di esperienza in veste di direttore di una delle più importanti gallerie d’arte italiane, L’Indiano. Infine uno scrittore esperto di editoria, grafica e satira (inventore di Premi come il "Novello" e responsabile dell’attività espositiva del Teatro Puccini Off Florence) e suo malgrado "operatore culturale a tutto campo": Fabio Norcini. Così, per gioco o per scommessa, nacque l’idea della palindromica iniziativa per l’estate 2002 (pardon, état sé) "I dì protrar torpidi" che da giugno a settembre si articola in due rami: quello espositivo (I goduriosi sensi del buon gusto - arte) con mostre di Lido Contemori, Tonino Guerra, Riccardo Mannelli, Gabrio Ciampalini e varie antologiche. E quello di eventi (Scribi nell’orto degli Ulivi - editoria) con protagonisti della carta stampata, da Luigi Veronelli a Milo Manara, da Riccardo Mannelli a Mauro Pagliai di Polistampa, fino alle redazioni di Erba d’Arno, Grande Vetro, Malox, Vernacoliere. Un cartellone di grande attrattiva nell’incantevole oliveto che attornia il ristorante I Pagliai (stazione di posta e osteria già nel Quattrocento) a Querceta (LU), che fa invidia a tanti festival istituzionali. Un’iniziativa che nasce nel privato e si basa soprattutto su un concetto amicale del convivio, del ritrovarsi e star bene insieme, facendo partecipi gli altri dei propri estri e talenti, in una situazione piacevole sotto tutti i punti di vista. Un modo di resistere (detto una sola volta e senza grida e urla) tentando la carta dell’invenzione (non della improvvisazione) dell’amicizia (non dell’interesse) forse per dimostrare che spazi per la cultura si possono creare al di là dei consueti schemi partitici e sponsoristici. Un sogno venato dalla follia-utopia che ancora possano esistere realtà di confine (o se si vuole marginali, o underground) nelle quali poter lavorare senza sacrificare al denaro, all’amore né al cielo, ma per il semplice gusto: godurioso e quindi lento, torpido, ma vigile e attento.
Informazioni: A’ Pagliai Tel. 0584 742111 pagliai@sula.it
Voto
8