Chissà se sarà protagonista al Toscana Fotofestival 2002 (dove in passato ha frequentato dei workshop con Francesco Zizola e Roberto Koch), se ha avuto la costanza di dedicarsi a un nuovo progetto creativo che metta in risalto le sue caratteristiche? in ogni caso, pur avendo visto una sola mostra di Daniela Neri, a Roncegno per la Biennale d'Arte di Akkuaria, mi ha colpito l'idea di movimento che anima le sue foto. La ricerca di questa fotografa senese, classe 1973, è animata da una sana anima artigiana, ma questo non vuol dire che la sperimentazione non sia evidente. Anzi si esprime attraverso un uso arcaico e affascinate delle materie (partendo dalla carta fotografica, per approdare ai filtri, all'uso di sostanze naturali). Odia il decoupage, ama il recupero di oggetti. E con questi costruisce l'allestimento per alcuni suoi lavori. Ma torniamo al movimento, all'idea di imprigionare in uno scatto (o in una serie) l'anima di un evento, tutta l'energia mentale e cinetica che fanno parte di un'azione. Sia esso un passo di danza o una camminata, un salto mortale, il prestidigitare di un giocoliere o le evoluzioni di un gruppo di mangiafuoco. Per Daniela, i particolari in movimento spesso si intersecano in installazioni, che possono fare la sua figura nei posti più impensati. Anche in questo caso le immagini non sono ferme, ma sembrano fluttuare. Nel suo curriculum, "Riflessioni Urbane" sulle città invisibili di Italo Calvino e "Spirito interiore" "autoscatti&proiezioni", ma questa eclettica fotografa toscana non ha solo un approccio artistico classico alla fotografia. E ai reportage preferisce ancora una volta l'azione, questa volta scenica. Collabora infatti come fotografa di scena con la Libera Università del Teatro di Siena, con il Teatro dei Vari di Colle Val d'Elsa ed il Teatro dell'Amiata e con l'Agenzia Fotografica 101.
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